LA MOTIVAZIONE... A STUDIARE
Introdurrei il tema con una frase esplicativa del filosofo greco Platone: ”Non scoraggiare mai qualcuno che si sta impegnando a fare progressi”
La motivazione deve precedere sempre l’attività di studio, in quanto componente fondamentale per ingranare la marcia verso la voglia e la volontà di fare ed apprendere. La motivazione fa sì che lo studio sia proficuo e proattivo, rendendolo qualcosa di piacevole e soprattutto importante.
Perciò è necessario imparare ad automotivarsi. Questa pratica porta senso di competenza.
Come sostiene il Professor Mario Polito: “La motivazione è la spinta che anima e sostiene un comportamento orientato a raggiungere uno scopo significativo e prioritario”.
Più la motivazione è forte più l’obiettivo diventerà raggiungibile in quanto si è in grado di focalizzarsi su di esso; al contrario una debole motivazione è portatrice di confusione ed incertezza.
Essa facilita memorizzazione, utilità , gratificazione… ma per condurre al successo, occorre accompagnarla ad un buon metodo di studio.
MA IN CHE MODO E’ POSSIBILE DARE SENSO E VALORE ALLO STUDIO?
- Innanzitutto è importante capire il perché si sta studiando un determinato argomento. Un suggerimento utile può essere quello di contestualizzare alla propria quotidianità ciò che si deve approfondire.
Ad esempio un ragazzino è portato a dire : “a cosa mi serve studiare la storia?”. La risposta sta nel fatto di porsi continue domande, interrogativi, partorire idee come diceva il caro Socrate nell’arte della maieutica e provare a trovare risposte tramite concreti collegamenti, come per l’appunto che la storia serve a comprendere il mondo odierno. - Considerare alcuni fattori, come il desiderio di imparare , la consapevolezza delle proprie attitudini, la connessione tra lo studio e la vita, l’abilità nel fare inferenze.
- Favorire sempre le strategie per coltivare la motivazione ( Polito). Esse sono ad esempio, il far emergere in ogni studente il senso di competenza curandosi della sua autostima, il comprendere le potenzialità di ognuno cercando di farle emergere, l’incentivare il bisogno naturale di ognuno di noi ad apprendere stimolando la propria creatività, l’attivare nello studente emozioni positive( come lo sforzo che genera gratificazione), il promuovere la comunicazione personale.
- Automotivarsi attraverso la tecnica del “ dialogo interiore”, cioè l’abilità di darsi autoistruzioni, di autovalutarsi, riflettendo.
- Custodire e promuovere sempre l’autostima, ponendosi e visualizzandosi in chiave positiva verso se stessi e gli argomenti oggetto di studio.
- Implementare il proprio bagaglio culturale. Zubizzarreta nel 2009, paragonando lo studente ad un artista, parlò di “Portfolio”, come di quel contenitore delle “opere migliori di una persona”. Uno studente per esempio può automotivarsi a partire dai voti, dai miglioramenti, dalla capacità di fare ricerche e mappe concettuali…e da lì iniziare a definire il profilo della propria personalità, partendo proprio dai valori, dai punti di forza, dagli interessi, ecc.
Non bisogna mai dimenticare che esistono due tipologie di motivazioni:
- quella intrinseca, da promuovere e valorizzare in quanto emerge da stimoli interni e dagli interessi di ogni singolo ragazzo. Essa conduce a curiosità, miglioramento, piacere di apprendere
- quella estrinseca generata da stimoli esterni e poco focalizzata sul miglioramento e sulla voglia di fare , ma determinata solo da premi, ricompense…
Quando parliamo di motivazione non possiamo non considerare la parola Forza, intesa come volontà, spinta ad attuare un determinato comportamento. Essa è una costante che protegge da frustrazioni e permette di affrontare al meglio le difficoltà.
Una domanda utile da porsi è la seguente: “ Quanto è importante ed interessante ciò che sto facendo?”. Questa frase è fondamentale, perché previene l’evitamento del passo successivo: “non ce la faccio! Ci rinuncio!” ( la cosidetta impotenza appresa).
Ma arriviamo ora a dei suggerimenti utili:
- Stendere insieme una lista di motivazioni, che man mano potete arricchire, anche a seconda dei vari traguardi raggiunti. Prendete un bel cartellone e scriveteci sopra VOGLIO STUDIARE PER…? Da li’ fate una lista delle componenti necessarie (es. scoprire il mondo, ragionare bene, arricchirmi…). E’ importante che questo cartellone sia sempre ben in vista come monito nei momenti di sconforto e mantra in quelli di successo
- Elaborare un contratto dell’impegno. Questa è una valida strategia per favorire il senso di responsabilità e l’autodisciplina. Aiuta molto la crescita personale (ad es. se mi impegno farò 1…………,2………….,3…………..; se non mi impegno mi limiterò questi vantaggi: 1…………., 2……………, 3………….)
- Fare un planning delle attività giornaliere, il cosiddetto diario di bordo o scaletta dei compiti, anche per la motivazione, dandosi per esempio quotidianamente un punteggio da 1 a 10 e ponendosi degli obiettivi per migliorarsi ogni giorno.
- Allenare lo studio costante, quotidiano e personale con piccole, ma quotidiani esercizi di potenziamento. Uno di questi potrebbe essere la capacità di farsi domande prima di studiare un argomento su quella determinata tematica e poi incuriosirsi e motivarsi nello studiare per trovare la risposta… un po’ come una palestra. Tutto ciò, come del resto, nell’esercizio fisico, porta a maggiore sicurezza, fiducia, precisione, consolidamento…
- Come? Creando una scala (proprio graficamente) che parte dal primo gradino e arriva alla meta. L’importante è che la scala sia chiara, precisa, orientata e che ogni gradino rappresenti un obiettivo da raggiungere.
- Il piano dei rinforzi. Create insieme a vostro figlio un foglio con una serie di parole positive( sei bravo) o di esempi concreti di attività che è riuscito a fare con successo( hai segnato tre goal durante la partita). Tenete questo foglio sempre a portata di mano e leggetelo con lui/lei ogni qualvolta lo vedete scoraggiato e rinunciatario. In questo modo lo caricate e spronate a non arrendersi…. Perché, cari genitori, diciamocelo senza troppi giri di parole: la motivazione serve sempre, non solo a scuola quanto nella vita. Infatti la seconda dovrebbe sempre essere una valida palestra per la prima.
- Favorire una “democratica discussione”, sia di fronte all’insuccesso per capirne le ragioni e cercare un miglioramento sia per risolvere un conflitto tra motivazioni opposte ( studio e mi impegno? Non studio ed esco a divertirmi). Costruite insieme a vostro figlio una bilancia dei vantaggi e svantaggi delle proprie azioni ( ad esempio aspetti positivi e negativi del divertimento; aspetti positivi e negativi dello studio). Ragionateci poi a voce alta, attraverso la negoziazione, ma anche la riflessione, la chiarificazione.
- Prospettarsi nel futuro immaginandosi già grandi e realizzati. Come avrò nel mondo del lavoro anche a scuola ho degli impegni che vanno rispettati. In che modo? Facendo prima le cose meno piacevoli, cercando sempre di migliorarsi
- Investire sulla consapevolezza delle materie, rendendole simpatiche. Aprire la mente e renderla più flessibile a nuove prospettive, come il rivalutare una materia da un altro punto di vista, considerare quella materia una sfida, investire nel proprio metodo…
- Accogliere i cambiamenti
- Usate gentilezza, fate insieme, promuovete la creatività, stimolate la cooperazione e la condivisione, dialogate. E sì cari genitori, un utile alleato è proprio il dialogo con i vostri figli. Entrate in contatto con loro senza dire sempre io ero, io facevo… mettetevi alla pari, raccontate le vostre esperienze di studio sia positive che negative , apritevi e siate autentici.
“Agli studenti demotivati basta dare uno scopo. Motivare significa dare senso e valore allo studio. Studiate per non essere sottomessi. Studiate per non prendere calci nel sedere. Studiate …” (Don Milani)… e aggiungo io Studiate perché aiuta a crescere e vi rende migliori, oggi e domani.
A presto!
Dott.ssa Giulia Ceriani
Bibliografia
Polito,M., (2010), “Imparare a studiare. Il metodo di studio. Quando, quanto, cosa, come e perché studiare”, Editori Riuniti, Roma
Polito , M., (2019); “Motivazioni per studiare. Strategie per convincere a studiare a scuola e ad apprendere per tutta la vita”, Editori Riuniti, Roma