DOVE STUDIARE: IL SETTING, UNA COMPONENTE FONDAMENTALE PER UN BUON METODO DI STUDIO
Cari genitori, continuiamo il nostro percorso sulle tappe per uno strategico ed efficace metodo di studio.
La scorsa volta abbiamo affrontato una tematica importane “ quanto studiare?”… oggi invece, mi soffermerò su un aspetto altrettanto fondamentale, soprattutto per la tenuta attentiva e la buona riuscita nello studio dei nostri ragazzi, che è il luogo in cui è meglio studiare.
Questo aspetto implica molte componenti tra cui la responsabilizzazione dei ragazzi nel gestire e nell’organizzare il proprio luogo di studio, scegliendone anche l’ambiente più adatto e favorevole.
Per studiare; e per farlo nel migliore dei modi, servono ordine, concentrazione, silenzio. L’ambiente rispecchia la persona, ma anche l’importanza che si dà all’azione in discussione.
I ragazzi sono già bombardati da numerosi distrattori esterni, uno fra tutti il famoso cellulare, che tengono sempre vicino anche durante lo studio, distraendosi alla prima vibrazione… e quindi il favorire la scelta di un ambiente consono, adatto e nel quale stare bene, rende l’attività di studio un’azione costruttiva e arricchente.
Vediamo insieme alcuni aspetti che possono migliorarne la riuscita, aiutando i nostri ragazzi a strutturarsi il setting ideale per studiare.
- L’ordine: questa componente permette di guadagnare tempo e concentrazione. Non dimentichiamoci che l’ordine pratico rispecchia l’ordine mentale e quindi strutturarsi il proprio ambiente di lavoro, prepararsi il materiale, scegliere un luogo non pieno di distrattori o rumori esterni non solo facilita l’attività, ma la rende anche più gratificante perché i ragazzi , in questo modo, godranno sia di una buona riuscita sia di una maggiore responsabilizzazione.
Come cita il dottor Mario Polito nel libro “ Imparare a studiare- il metodo di studio”
“lo studio, guidato dal metodo e dalla motivazione, conduce al successo, ma crea anche un bel carattere, modellato dall’autodisciplina e dalla forza di volontà”
Quando lavoro con i ragazzi, uno dei primi aspetti dai quali parto sempre è proprio la pianificazione, che erroneamente va associata solo al tempo, ma implica anche il luogo… e una buona pianificazione non deve essere per forza qualcosa di noioso o imposto, ma chiama in gioco anche la creatività, la propria fantasia, la voglia di fare.
- La personalizzazione del proprio ambiente
Per un ragazzo è importante arrivare a conoscere le proprie attitudini e le relative difficoltà. Questo anche nella scelta del setting per studiare e fare i compiti. La scelta deve considerare la propria personalità. Ad esempio, se sono un ragazzo che mi distraggo facilmente, forse sarà opportuno scegliere un luogo non vicino a una finestra dove posso di continuo guardare fuori o vicino a un televisore, che magari qualcuno sta guardando e io sento i rumori di sottofondo, ecc…
Ragazzi scegliete il vostro “ habitat” prediletto per lo studio e riuscirete a studiare meglio , con maggiori soddisfazione, ma fate attenzione al telefono.
Infatti, un consiglio che do sempre, quando mi trovo a lavorare sull’organizzazione, con i ragazzi che intraprendono un percorso di metodo di studio, è quello di lasciare il proprio cellulare, anche se messo in modalità silenziosa, lontano dagli occhi e dalle orecchie. La tentazione di guardarlo, anche per un momento, è forte e la distrazione, con connessa perdita di tempo, è dietro l’angolo. Quindi vi consiglio: fate delle pause tra una materia e l’altra ed in quell’occasione recuperate il vostro telefono dandovi un tempo e ritagliandovi così uno spazio per voi.
- La scrivania…e i suoi accessori.
La scrivania o il tavolo sul quale fare i compiti dovrebbe essere abbastanza spazioso, ma soprattutto sgombro di tutti quegli oggetti ed accessori che non servono, ma deviano dall’attività di studio… e tutto deve essere a portata di mano.
- Seduti o sdraiati?
Il dottor Polito ci aiuta a rispondere a questa domanda ricordandoci che bisogna fare una distinzione tra studio e ripasso.
Per la prima attività, che richiede un’elaborazione attiva ed un approfondimento delle informazioni al fine di comprendere ed interiorizzare al meglio i concetti, una postura vigile e attenta, quindi seduti ad un tavolo, garantisce un miglior risultato; mentre per la seconda , il ripasso appunto, che implica una ripresa e una rielaborazione mentale di concetti già interiorizzati, si può pensare ad una postura e ad un luogo meno strutturato, ma dove si possa mantenere comunque il giusto livello attentivo e di concentrazione.
Infine, cari genitori, una cosa importantissima, che abbiamo già detto, ma è sempre bene sottolineare, per aiutare i vostri figli, è quella di non dimenticare mai di lavorare su una buona scaletta organizzativa. Quanti ragazzi si ritrovano all’ultimo con tante pagine da studiare facendo molta fatica e questo atteggiamento è bene evitarlo.
Spero di esservi stata d’aiuto attraverso preziosi e pratici consigli.
A presto!
Dott.ssa Giulia Ceriani
Bibliografia
Polito,M., (2010), “Imparare a studiare. Il metodo di studio. Quando, quanto, cosa, come e perché studiare”, Editori Riuniti, Roma
Polito , M., (2019); “Motivazioni per studiare. Strategie per convincere a studiare a scuola e ad apprendere per tutta la vita”, Editori Riuniti, Roma